lunedì 26 gennaio 2009

Il potere dell'immaginazione


Si è portati generalmente a considerare l’immaginazione e le attività ad essa correlate, come appannaggio della sola infanzia, convinti come siamo che gli adulti, per esser davvero tali, debbano “stare con i piedi per terra”, nel dominio assoluto della razionalità e della realtà in cui vivono. Ci convinciamo di non poter essere altro che quello che siamo, di poter esprimere solo i sentimenti, le qualità, le capacità che dimostriamo di possedere. Spesso si dice “io son fatto così, che ci posso fare?”.
In verità, solo accettando di andare oltre questa ristretta visione delle cose, ci si può rendere conto di come, piuttosto, l’immaginazione, sia un potente strumento a nostra disposizione, capace di modificare lo stato delle cose e di farci raggiungere territori nascosti di noi stessi e della stessa vita facendo emergere di noi qualità e capacità prima impensabili.
Perché questo accada, però, dobbiamo per prima cosa cambiare il nostro atteggiamento interiore di fronte agli avvenimenti della vita e convincerci che tutto ciò che ci accade non avviene per caso, ma per effetto di leggi giuste e immutabili. Insomma, che tutto ha uno scopo ben preciso ovvero quello di risvegliare la nostra coscienza addormentata.
Un’altra cosa da non dimenticare è che in noi vi è una parte interiore e nascosta dalle potenzialità immense e latenti che va portata alla luce per poter trarre da essa tutta l’energia, la forza, la saggezza, che già possediamo ma cui normalmente non abbiamo accesso.
L’immaginazione è un atto del pensiero che, quando si riferisce a stati interiori, è fortemente creativa ed evocativa. “L’energia segue il pensiero” si dice nei libri di antica saggezza, “Come un uomo pensa in cuor suo, così egli è” si scrive nella Bibbia.
Quando, infatti, si cerca di immaginare un sentimento, una qualità superiore, si evocano, ad un tempo, dal profondo di noi stessi delle potenti forze latenti e dall’alto energie affini a quel sentimento, a quella qualità che ci stiamo sforzando di immaginare.
“I pensieri sono cose” diceva Prentice Muldorf e Setchenof: “Non vi è pensiero senza espressione; il pensiero è un atto nascente, un principio di attività”.
Nell’immaginare una qualità, creiamo una forma-pensiero carica di quella particolare nota e tale forma-pensiero tenderà continuamente a realizzarsi sul piano fisico.
E’ quella tecnica che viene anche chiamata il “fare come se” e basata sull’evidenza (scientifica) che il sistema nervoso non ha nessuna capacità di distinguere tra l’immaginario e il reale, tra l’immaginazione e la realtà. Il potere dell’immaginazione è enorme, sorprendente, per rapidità di efficacia e potenza. Lo stesso Assagioli affermava a questo proposito: “Si deve usare attivamente l’immaginazione e cercare di vedere nel modo più vivo e concreto possibile come vorremmo essere. Dobbiamo immaginare in modo preciso la nuova espressione della nostra fisionomia, il nuovo di comportarci e di parlare, i nuovi sentimenti e i nuovi pensieri risvegliati in noi, la nuova volontà che ci anima, tutto il nostro essere armonicamente modificato. Ogniqualvolta riusciremo a fare questo, anche brevemente, un cambiamento reale avverrà in noi. Ogni volta che ci avviciniamo di qualche passo alla meta, le ulteriori ripetizioni dell’esercizio divengono via via più facili. L’energia segue il pensiero e il pensiero diventa così creativo”.

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