lunedì 19 gennaio 2009

Crisi uguale opportunità


In questo periodo la parola “crisi” sembra diventata di particolare attualità. Crisi delle istituzioni, crisi della società, crisi dei valori, crisi economica. Non c’è ambito che non sembri attraversato da una bufera di sconvolgimento e disarmonia. Una situazione che potrebbe avere – e che spesso ha davvero – il risultato di gettare nel panico e nello sconforto portando a demotivazione e ad ulteriore degrado.
Ma a livello pubblico, così come in ambito personale, le situazioni di disagio che scaturiscono da periodi di inquietudine e di forte squilibrio psichico possono diventare l’occasione per adottare scelte che portano ad una crescita piuttosto che decisioni dettate dalla paura.
Se è vero, come affermava Karl Jaspers, filosofo e psichiatra tedesco, che la crisi non è altro che “un momento in cui tutto subisce un cambiamento simultaneo, dal quale l’individuo esce trasformato”, questo particolare stato – sia che esso coinvolga il singolo o la società – va considerato semplicemente come un momento di passaggio da una condizione ad un’altra, una trasformazione, un cambiamento.
Il significato etimologico del termine (dal greco krisis) non farebbe che confermare questo punto di vista, ovvero l’opportunità di giungere ad una crescita, con tutte le implicazioni esistenziali che rientrano in questa interpretazione.
L’esperienza della sofferenza correlata ai periodi di crisi può spingere ad avere il coraggio di abbandonare “la via del codardo” e abbracciare, invece, “la via del guerriero” nei confronti di situazioni che possono, così, esser risanate.
Vero è che in questi momenti maggiore è la vulnerabilità è facile è anche prendere la china dell’ulteriore degrado e della decadenza. Sta a noi decidere come impiegare questa opportunità.

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