domenica 14 dicembre 2008

Tutto è uno: una verità che potrebbe salvare il mondo

“Tutto è uno” tre semplici, brevi parole che, accostate una all’altra, assumono una forza straordinaria e un’immensa potenza e capaci, nell’essenza del significato che trasmettono, di rivoluzionare il mondo.
Se, infatti, questo semplice ma clamoroso concetto entrasse finalmente nel comune sentire e diventasse patrimonio di ognuno di noi, l’ordinario punto di vista che ci vuole isolati, deboli e in contrapposizione l’uno all’altro, si ribalterebbe e la trappola in cui l’uomo sta rinchiuso da sempre si potrebbe aprire lasciandolo finalmente libero.
Purtroppo, l’idea di “separazione”, inculcata in particolar modo nel mondo occidentale dalla fisica classica dei materialisti del XVII secolo come Newton e Cartesio che consideravano il mondo alla stregua di una macchina, e rinforzata nei secoli dalle distorte interpretazioni spesso erroneamente e falsamente tramandate dalle religioni tradizionali, è ancora oggi il principio fondante del modus vivendi della nostra civiltà. Un modo di intendere la realtà che ci ha allontanato in maniera drammatica dal principio di verità che sottende il progetto universale della Vita, creando profondi squilibri nell’uomo stesso e nel mondo fisico per come lo conosciamo e in cui viviamo immersi.
La razionalità della scienza ufficiale rifiuta l’idea di unità e guarda al mondo come ad un insieme di parti slegate limitando la fiducia della mente umana e facendoci vedere solo quello che siamo stati programmati a vedere: una realtà fatta di pezzi staccati l’uno dall’altro in cui domina un senso di isolamento, di discontinuità e di disconnessione dal Tutto che trascina l’uomo in un abisso di altrettanta limitazione, impotenza e assenza di significato che lo induce a cercare soluzioni individuali, separate dalla globalità della vita e quindi destinate a concludersi con un fallimento.
E’ in questo sistema di conoscenze controllato da dogmi precostruiti che negano l’esistenza dello “spirito” – principio unificatore della vita – ed è sulla base di questa visione artefatta e arrogante della fisica ortodossa che gli insegnamenti delle antiche dottrine esoteriche sono stati liquidati come infantili fantasie.
Eppure a chi ha occhi per vedere, appare evidente come discipline quali l’alchimia, l’astrologia e la geometria sacra, la numerologia e la magia in tutte le sue forme, il significato profondo contenuto negli archetipi, così come il lato nascosto e criptico della simbologia affiorante da favole e miti, si interfacciano perfettamente – soprattutto a livello qualitativo e di significato – alle più recenti scoperte della fisica moderna aprendo lo sguardo ad una visione della realtà che svela la matrice comune da cui viene ogni cosa e che mostra come tutti – uomini, esseri viventi e “non viventi” – siano parte di un unico organismo. Un patrimonio di conoscenze che, se letto alla luce di un punto di vista capace di andare oltre la separazione e la contrapposizione tra scienza e tradizione, contribuiscono armoniosamente a completare un puzzle immenso in cui ciascun pezzo accostato l’uno all’altro, contribuisce a disegnare il profilo nascosto della Vita.
Insomma, scienza, metafisica e conoscenze storico-filosofiche non farebbero che confermare, osservando la realtà da punti di vista apparentemente lontani, che la verità sottesa alla vita è una e una soltanto.
In un mondo in cui la separatezza e il principio dell’uno contro tutti sembra avere, almeno esteriormente, la meglio sul genere umano, comprendere ed accettare di essere una piccola parte di un Tutto infinitamente più grande potrebbe costituire la salvezza per l’umanità, aprire le menti ad un approccio alla vita inclusivo, capace di dissolvere le tendenze alla separazione e all’isolamento oggi dominanti, rendendo, così, possibile una nuova modalità di relazione tra uomo e uomo e tra uomo e ambiente. Un punto di vista la cui forza potrebbe dirigere il mondo verso una convivenza migliore. Sulla base di questa consapevolezza, infatti, diventerebbe semplice comprendere che, se tutto è connesso, è assolutamente controproducente da parte di un essere, provocare il dolore, o addirittura la morte, di un altro essere, perché ad un livello profondo di realtà agire il male sugli altri è come far male a se stessi.Gli antichi Veda indiani già migliaia di anni or sono, a tal proposito, parlavano di legge del karma, un concetto che riporta su basi pratiche l’idea dell’esistenza di un livello di realtà in cui tutto è collegato. Quanto ancora noi occidentali dovremo aspettare per accettare questa fondamentale verità e consentirci di trasformare la nostra società e quindi la nostra vita?

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